presenta:
VORMUND & SABRA
in:
ACHTUNG
ACHTUNG!!!
(2° parte)
di
Carmelo Mobilia & Mickey
Si vede che era
destino.
Ruth ha dato la vita già una volta, per impedire che una bomba compisse una strage
erodiana in un asilo.
Ed è miracolosamente sopravvissuta. Ha trasgredito alle leggi dell'Altissimo,
così facendo?
L'Angelo della Morte dev'essere tornato a prenderla,
perché un'altra bomba sta per scoppiarle tra le mani, e stavolta neanche il suo
potere potrebbe riuscire a impedirne il trapasso...
Tel Avivi. Azrieli Center.
I servizi
segreti israeliani avevano confermato i terribili sospetti: l’imponente
complesso di grattacieli era l’obiettivo di un terribile attacco di tipo
terroristico di stampo neo-nazista. In Germania, infatti, l’eroe teutonico Vormund aveva scoperto il recupero di alcuni bidoni carichi
di una formula sperimentale e stabile di Zyklon B, il
terribile gas usato nei campi di concentramento, da parte di alcuni criminali
al soldo dei terribili gemelli Strucker: il loro
intento era appunto rilasciarlo in uno o più edifici, o nel centro commerciale
alla loro base, provocando una strage.
Per questo
motivo Vormund aveva chiesto la collaborazione
dell’eroina locale Sabra, protettrice del popolo israeliano e intenta a
scongiurare la catastrofe.
S’erano
divisi i compiti: lei, arcinota nel paese, stava nascosta a bordo di un
elicottero e, a debita distanza per non destare allarme, osservava eventuali
movimenti sospetti all’esterno del complesso, mentre il tedesco, fingendosi un
turista, girava per i vari negozi alla ricerca di qualcuno dei terroristi
ricercati.
La sua
abilità nel travestirsi gli aveva permesso, in passato, di entrare nelle
proprietà americane del Teschio Rosso [1],
per questo era il più indicato per questo compito. I due eroi erano comunque in
perenne contatto radiofonico.
<<Novità?>> chiese la donna, evidentemente
impaziente.
<Mi
spiace Ruth, niente. Non è facile in mezzo a tutte queste persone.>
<< Anche qui fuori nulla di anomalo
da segnalare. Né nulla dagli agenti all'interno delle torri. E la cosa mi urta
i nervi. Sappiamo che colpiranno qui e oggi. Stiamo andando avanti da ore...
dobbiamo trovarli, assolutamente! Non posso permettere che il loro folle piano
abbia successo!>>
<Calma.
Neanche io desidero che
vi siano morti, cosa credi? Ma dobbiamo agire con discrezione. Se uno di quei
bastardi capisce che gli siamo addosso potrebbero ... ehi ehi
ehi! Forse ci siamo...>
<<Cosa?>>
<Penso
di aver trovato uno dei nostri amici. E’ vestito da manutentore... ti mando una
fotografia...> Prestando attenzione a non farsi vedere, Vormund
scattò una foto col suo cellulare e mandò l’immagine a Sabra che, ricevendo il
file sul computer a bordo dell’elicottero, poté confrontarlo con la foto
segnaletica in proprio possesso.
<<Sì, ci siamo: è uno degli
uomini che ci ha segnalato la Regina Ragno. Albert Klopp,
ex membro dell’Hydra e mercenario a pagamento.
Ricercato dall’Interpol in dodici paesi differenti.
E’ entrato nel paese sotto la falsa identità di un affarista svizzero. Devi
immobilizzarlo e farlo cantare!>>
<Ok, mi
avvicino. Chiudo.>
Il pedinamento non era dei più semplici: quando si ha la coda di paglia, si sta
attenti a chiunque ci giri intorno, e così faceva Klopp.
Avanzando
senza dare nell’occhio, Vormund si avvicinò
lentamente verso il falso manutentore e con rapidità lo immobilizzò e gli tappò
la bocca, trascinandolo in uno sgabuzzino.
<Molto
bene Herr Klopp. Vi
abbiamo trovato e scoperto i vostri piani. Vi è andata male, ragazzi. Ora dimmi
dove sono i tuoi complici e lo Zyklon prima che
cominci a perdere la pazienza...>
Klopp non
provò neppure a fare il finto tonto; impugnò un taglierino che aveva nella
tasca e cercò di pugnalare il suo assalitore all’addome.
<Muori,
cane giudeo!>
Ma il
potere di Vormund entrò in funzione, proteggendolo
dalla pugnalata. Poi l’eroe tedesco lo colpì con una ginocchiata alla gamba,
rivolgendo contro di lui la sua stessa forza e provocandogli una ferita.
Il
mercenario gridò dal dolore.
<E’
meglio che ti decida a collaborare, feccia! Dove sono gli altri con cui
lavori?> così dicendo si disfece della maschera e degli abiti di copertura,
rivelando al terrorista il suo costume.
<Vormund!> gridò terrorizzato, riconoscendolo.
<In persona.
Ti conviene cominciare a parlare o giuro su Dio che ti rompo il polso!>
Il
supereroe troneggiava su di lui, costretto in ginocchio e impossibilitato a
fuggire. Sapeva che di non avere scampo. Gli era rimasta solo una via di fuga.
Con la lingua afferrò uno dei suoi denti fasulli e lo morse. Conteneva cianuro:
cominciò a schiumare dalla bocca.
<Was ist... NIEN!> esclamò Vormund, intuendo
troppo tardi la sua mossa. <Maledetto... non ingoiarla... non
ingoiarla...> disse, cercando con le dita guantate
di recuperare la capsula velenosa.
Troppo
tardi. Klopp morì in pochi secondi. Vormund era furioso; era ancora relativamente nuovo nel
giro... un eroe più esperto probabilmente si sarebbe accorto del gesto che
stava per compiere e glielo avrebbe impedito.
Imprecò
con rabbia, poi contattò Sabra.
<Qui Vormund. Mi dispiace, ho fallito. Il prigioniero si è
suicidato ingerendo del veleno prima che potessi farlo parlare.>
<<Dannazione! Questo genere di
fanatici preferiscono morire piuttosto che rivelare i loro piani!>> disse Sabra al comunicatore. <<C’è nulla su di lui che può
rivelarci il loro piano? Prova a perquisirlo...>>
<Procedo.>
rispose il teutonico.
E mentre
rivoltava il cadavere del terrorista, alzando lo sguardo notò un oggetto che
gli diede un'illuminazione.
<<Qui
Vormund. C’è un compressore qui nello sgabuzzino
della manutenzione. Le bombole di elio sono state rimosse... le hanno
sostituite. Sabra, so dov'è lo Zyklon! Ci sono due
enormi palloni da parata nel centro commerciale, per pubblicizzare il film sui
Vendicatori! Ne sono certo: useranno quelli per avvelenare quelle persone!>
Il piano
era semplice, nella sua crudeltà. L’intuizione avuta da Vormund
le sembrò più che plausibile.
Anche se
non c'erano prove schiaccianti a sostegno, non potevano rischiare.
Senza la
minima esitazione Sabra saltò giù dall’elicottero e volando più veloce che
poteva, sfondò un lucernario del centro commerciale, afferrò le corde che
reggevano i palloni con le sembianze di Capitan America e Iron
Man e, uscendo da dove era entrata, li trascinò all’esterno del complesso,
volando attraverso le nuvole; arrivò più in alto che poteva, al limite
consentitole dai suoi poteri, e li lasciò andare.
Pericolo
scampato. La gente era salva. Tirò un sospiro di sollievo poi, abbassandosi di
quota, quando entrò nel campo d’azione del suo auricolare, comunicò col suo
partner.
<Qui
Sabra. I palloni sono stati eliminati. La situazione è di nuovo sotto controll...>
La
comunicazione venne interrotta da un brutale impatto alla schiena.
<<Sabra? Non ti ricevo più. Che
succede? Rispondimi Ruth!>>
Ma la
donna non poteva rispondere; colpi di una forza inaudita continuavano a
percuoterla. Ma chi poteva essere, a quell’altitudine?
<Puttana
giudea, sapevo che avresti fatto vedere il tuo brutto muso da scrofa! Ma
eravamo preparati ad un tuo intervento... ti pentirai di avervi ficcato il
naso!>
L’uomo che
parlava era incredibilmente massiccio, biondo, capelli a spazzola e sul costume
blu e oro spiccava un enorme svastica rossa che fece immediatamente capire a Sabra
chi fosse il suo avversario.
<Il
nuovo Master Man, suppongo.>
In quel momento, in qualche posto
segreto nel cuore della Germania.
<<Tutto come previsto. La cagna
giudea ha abboccato all’amo. Master Man l’ha intercettata a mezz’aria, proprio
come avevate previsto.>>
<Bene.
Tutto sta andando secondo i piani.>
disse Andrea Strucker, sorridendo al suo
fratello gemello.
Andreas e
Andrea Strucker venivano costantemente aggiornati su
ogni passo dell’operazione.
Non
avevano previsto la cattura della Regina Ragno in Germania [2] ma avevano preso le loro contromisure, elaborando una
controffensiva adeguata. Sapevano che sarebbe stato inevitabile un
coinvolgimento di Sabra in quel di Israele, e quindi le avevano teso una
trappola per tenerla occupata mentre i loro uomini portavano avanti il loro
diabolico piano.
<Wunderbar. Fate scattare il piano B.> ordinò Andreas.
<<Jawohl, herr Strucker.
Hail Hydra!>>
Tel Aviv.
Il primo
istinto avrebbe spinto Markus a raggiungere in qualche modo Sabra e ad aiutarla
contro l'attacco imprevisto di colui che aveva tutta l'aria di essere un nuovo
Master Man. Mentre stava elaborando un modo per sfruttare il suo controllo
dell'energia cinetica per comportarsi da razzo umano ed essere scaraventato nel
bel mezzo dello scontro aereo, qualcosa captò la sua attenzione con la coda
dell'occhio.
C'era un discreto fuggi-fuggi di clienti, non a torto, dopo la fragorosa
irruzione di Sabra e l'innesco del duello sopra i tetti del complesso . Molti
degli astanti, invece, si erano armati di smartphone ed erano tutti intenti a
immortalare l'evento. In fondo, in Israele non erano così frequenti battaglie
tra pazzoidi in calzamaglia.
In tutto questo, qualcuno non era intento né a fuggire né ad osservare lo
scontro. Camminava a passo svelto, ma non troppo. Qualcosa nel suo
comportamento lo rendeva sospetto... non sapeva dire cosa, ma come prima, il
tedesco non poteva rischiare, e volle seguire quella sua intuizione.
A grandi falcate, Vormund si fece strada nella folla,
ben coperto dal viavai, fino a placcare il suo obiettivo alle spalle. L'uomo
cercò di divincolarsi, invano. Ettinger lo atterrò e
sentenziò:
<Una volta me la si fa..!>
Un attimo prima di aprirgli la bocca con la forza, ispezionare velocemente il
cavo orale, per poi estrarre di netto una capsula dentaria, solo con indice e
pollice.
<Aaargh!>
<Ok, sono stato fortunato> si congratulò l'eroe tedesco, verificando che
il finto dente contenesse una dose di veleno <Ora che non puoi fare più
scherzetti, dimmi cos'altro c'è in ballo. Stavi andando a prendere altro Zyklon? Potete spargerlo in altri modi?>
<No... è-è finito il gas....> biascicò il
terrorista, con la bocca impastata dal sangue. Evidentemente, il terrorista non
aveva paura della morte quanto del dolore fisico.
Vormund lo
teneva saldamente bloccato, tenendo premuti i polsi sul pavimento.
<Non mi convinci. Chi c'è dietro? Qual è il
vostro piano? PARLA!> e gli tirò un
braccio quasi fino a slogarglielo.
<AAAAAAAAAAAAAAAH! Gli-gli Strucker!
Hanno un- una bomba...>
Quella
frase gli congelò il sangue nelle vene...
Nei cieli sopra l'Azrieli
Center.
Per usare
un vecchio eufemismo “non era uno
spettacolo che si vedeva tutti i giorni” in Terra Santa: un uomo e una
donna volanti che combattevano tra di loro. Il superuomo teutonico e la donna
meraviglia israeliana si scambiavano colpi dalla potenza inaudita. Era uno
spettacolo spaventoso e affascinante allo stesso tempo.
<Devo
riconoscere che sei forte, puttanella....
ma non ti basterà per sconfiggermi!>
"Maschi...
tutti uguali!" pensò Ruth "Presuntuosi e arroganti...pensano sempre
di non poter venire sconfitti da una donna. Sarà un doppio piacere
batterlo!"
In
effetti, la donna la stava mettendo sul piano della potenza fisica, come se
volesse mostrarsi più forte del suo avversario. Quell’uomo rappresentava tutto
quello che lei odiava, sia dal punto di vista della sua ideologia politica, sia
per il suo atteggiamento misogino.
Gli Strucker l’avevano studiata bene. Cosa c’è di più irritante
di un maschilista nazista per una donna israeliana? E difatti Sabra aveva perso
lucidità e freddezza. Serrava la mascella e digrignava i denti come un animale
feroce, combattendo brutalmente un avversario ben più brutale di lei.
Era come
quella storiella che raccontano ai bambini, della rana che gonfiava il petto
cercando di apparire più grossa del bue; per quanto si sforzasse, non ci
sarebbe mai riuscita.
Un
terrificante diretto del nazista la colpì al volto, ferendola. Il suo
avversario stava avendo la meglio, e la cosa la feriva più dei colpi con la quale
la stava percuotendo.
<AH! E
tu saresti l’eroina nazionale? Non mi sorprende... un popolo di ratti non può
pretendere di meglio!> esclamò trionfo andando a segno con un altro pugno,
mandandola contro la facciata di un grattacielo.
Il fattore
rigenerante di Sabra era messo a dura prova.
<Come
potevano mandare un donna a fare il lavoro di un uomo? Dovevi restartene nella
tua tana a fare la calza! Ti saresti risparmiata quest’umiliazione...>
Ruth era
ormai furiosa. Il sangue le stava andando alla testa. Quell'uomo era irritante
sotto tutti i punti di vista. Continuava a colpirla con una sequenza di
pugni... poi, come si dice in questi casi, un’intuizione improvvisa le
attraversò la mente come un fulmine a ciel sereno. Master Man era un superuomo
coriaceo e dotato di grande potenza, che cercava di imporre durante lo scontro,
ma era l’unica tattica che conosceva. Non aveva ricevuto un grande
addestramento nel combattimento corpo a corpo.
Questo era
il punto focale per aggiudicarsi quell’incontro. Come agente del Mossad invece Ruth Bat Seraph era stava finemente addestrata nell’arte marziale
del Krav Maga. Sabra era stata talmente irritata
che aveva cercato di mostrarsi più potente di lui, ma non si batte un
avversario più forte con la forza. Il suo maestro l'aveva messa in guardia dal
dipendere troppo dai propri superpoteri [3].
E aveva ragione. Ora finalmente ci vedeva
chiaro.
Prese un
profondo respiro e si mise in posizione da combattimento. Passò da una
posizione di attacco ad una di difesa.
<Lo
sai, buffone> parlò, rivolta al suo avversario <parli tanto ma non mi hai
ancora stesa. E’ questo il meglio che sai fare? Sei moscio. Dovrai fare molto
di meglio per “soddisfarmi”...>
disse in modo provocatorio.
Il tedesco
cadde nel suo tranello e, irritato, cercò nuovamente di piazzare un pugno ma
Sabra, contrariamente a prima – quando cercava di rispondere colpo su colpo-
bloccò il polso e, aprendo un varco nella sua guardia, lo colpì con una
tremenda gomitata al mento.
Master Man
accusò il colpo.
<Schifosa
puttana, io t’ammazzo....> disse furioso.
Cercò di
affondare con un altro diretto ma anche stavolta Sabra parò il colpo
bloccandolo e ricambiò con un colpo alla
gola. Il nazista rimase senza fiato e Ruth ne approfittò per afferrarlo per il collo
e sferrargli una ginocchiata ai genitali: per quanto possa essere potenziato e
resistente, qualunque uomo che riceve un colpo lì non può non accusarlo.
Ormai
senza la possibilità di difendersi, Sabra lo afferrò e lo proiettò verso il
parcheggio sottostante, facendolo precipitare a grande velocità. L’impatto con
il terreno lo lasciò praticamente stordito e incapace di difendersi, ma Sabra
decise ugualmente di dargli il colpo di grazia, atterrando su di lui a piedi
giunti, mettendolo definitivamente k.o.
<Avevi
ragione maestro... grazie.> pensò
dentro di sé, asciugandosi la fronte.
I
cittadini di Tel Aviv, vedendo la propria eroina immobilizzare un criminale
nazista, non poterono non esplodere in un boato entusiastico.
Sabra
sorrise e accennò ad un saluto, soddisfatta per la propria vittoria, ma dal suo
auricolare arrivò una notizia che le spense ogni entusiasmo.
<<Ruth, devi aiutarmi! C'è una bomba!>>
L'auricolare non funzionava perfettamente, dopo le batoste prese durante lo
scontro, ma abbastanza da farle discernere quell'ultima, spaventosa parola.
<Che cosa?>
L'eroina non riusciva, piuttosto, a capacitarsi del dispiegamento di forze in
atto. Prima l'attacco con il gas nervino, poi Master Man ... e ora una terza
minaccia? I Fenris stavano facendo dannatamente sul
serio.
<<Una bomba, e non so
disinnescarla! Abbiamo meno di cinque minuti!>>
<Dove sei?>
<<Pilastro centrale del primo piano
del parcheggio interrato. Ho già dato ordine da evacuare, ma c'è abbastanza
esplosivo da scuotere le fondamenta e far crollare tutti i grattacieli con un
effetto domino!>>
Il centro era ormai deserto. Planando
e correndo a tutta velocità, Sabra lo raggiunse nel giro di un minuto.
Lo vide chino nel portabagagli di un'automobile di grossa cilindrata, in cui il
voluminoso ordigno era alloggiato.
<Eccomi!>
<Nemmeno io potrei assorbire tutta l'energia cinetica rilasciata... per non
parlare del calore: mi ustionerei a morte e non impedirei un incendio
immane.> ammise Vormund <Dobbiamo provare il tutto per tutto!>
<Va bene, ci penso io> annuì Sabra, prendendo un respiro profondo.
L'addestramento
da agente segreto prevedeva i fondamentali sulla bonifica degli ordigni
esplosivi. In condizioni normali, non avrebbe avuto troppa difficoltà a portare
a termine il lavoro.
Purtroppo era la prima volta che si ritrovava a che fare con una bomba, da
quando era morta-e-risorta.
Non aveva
previsto che una situazione del genere potesse scatenarle un attacco di panico.
Sudava freddo, il cuore veleggiava verso le duecento pulsazioni al minuto e la
testa le girava.
L'ultima volta l'esplosione l'aveva uccisa in modo veloce, non aveva avuto modo
di pensarci troppo. Affrontare la morte lucidamente era un altro paio di
maniche.
Nella zona poteva esserci ancora qualche civile, per non parlare dei soldati e
degli agenti coinvolti nell'operazione. Il crollo avrebbe provocato danni
incalcolabili... e le mani sudate non riuscivano a trovare i fili giusti da
staccare in piena sicurezza.
<No... non riesco a disinnescarla... non c'è più tempo... > alzò le mani
Sabra.
<Va bene, tu allontanati, cercherò di assorbire l'esplosione, per quanto mi
sarà possibile!> si offrì Vormund.
<No! Questo non è il tuo paese... spetta a me. Posso portarla lontano, come
ho fatto coi palloni. Aiutami!>
Anche se avesse voluto controbattere, Markus Ettlinger
non avrebbe avuto modo o tempo di replicare.
Aiutò la donna a sollevare l'ordigno oltre le proprie teste e portarlo alla
luce del sole, alla massima velocità possibile. Ruth Bat-Seraph
scambiò solo uno sguardo di ringraziamento con lui, prima di dar fondo a tutta
la propria forza mutante per sollevare la bomba da sola e spiccare un balzo
verso il cielo.
Senza neanche accorgersene, in volo, prese ad intonare la Vayivarech David, la preghiera che secondo la tradizione il re Davide recitò
nel momento più oscuro e difficile del suo regno, quando ebbe più bisogno di
rinnovare e invocare la sua fede in Dio.
Volava con la velocità di un proiettile, al massimo delle sue possibilità. Il
suo ultimo pensiero andò al suo defunto bambino: se per caso avesse abbandonato
questa vita terrena, almeno lo avrebbe rivisto e riabbracciato nell’altra.
Vormund
vide la donna che sembrava dirigersi verso il sole. Un puntino quasi
indistinguibile nell’azzurro del cielo.
Arrivata
all’altezza massima che i suoi poteri le consentivano di raggiungere, Ruth
raccolse tutte le sue forze e scagliò la bomba il più lontano possibile.
L’ordigno esplose nell’aria, provocando una fiammata visibile anche da terra.
Sabra ce l’aveva fatta, ma l’onda d’urto creata dalla detonazione investì la
donna che, già provata dal combattimento con Master Man e dal volo, rimase
stordita e precipitò nel vuoto.
L’esperienza
militare di Markus Ettinger aveva previsto un
sinistro del genere.
Mentre la
donna era in volo, infatti, aveva preso l’ascensore e aveva premuto il bottone
per raggiungere l’ultimo piano. L’elevatore sembrava metterci un’eternità
mentre la donna aumentava di velocità.
Ce
l’avrebbe fatta?
Una volta
raggiunto il tetto corse a perdifiato verso il cornicione, compì un balzo e
afferrò la donna a mezz’aria, con un tempismo perfetto. Fu un’azione
spettacolare. I due eroi avvinghiati in un abbraccio attraversarono la vetrata
dell’edificio di fronte, frantumandola.
Vormund
assorbì tutta l’energia cinetica provocata dalla caduta di Sabra, lasciando
entrambi illesi. Rotolarono sul pavimento, avvolti dai frammenti di vetro.
<Ruth?
Ruth...?> biascicò stordito Markus all'orecchio dell'alleata, adagiata su di
lui.
<Sono
tutta intera... sono viva... grazie a te> si rialzò a fatica la donna, con
un'aria incredula e uno sguardo di riconoscenza.
<Hai
appena fatto brillare una bomba a distanza di sicurezza dall'abitato. Chi deve
ringraziare chi?>
Sabra si
appoggiò a lui, gli sorrise e, insieme si incamminarono verso l'ambulanza più
vicina.
<Mi sarebbe piaciuto poter
essere di maggior aiuto nel combattere quei criminali.> li interruppe Sabra, mandando
una frecciata al suo compatriota, che rispose con un complice occhiolino. <Di che ti lamenti, tu? Sono io quella a cui è quasi esplosa una bomba fra le mani...> < Ehi,non è che ti dispiace
essere rimasta a mani vuote, vero?> la canzonò invece Markus, battendo un
colpo sulla fresca medaglia appuntata. <Jawohl, mein fraulen...> rispose Markus nella sua lingua madre, ricambiando il sorriso. Quartier generale dei Fenris. In una
località segreta.
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NOTE DEGLI
AUTORI
Si conclude così
questo insolito team up tra il tedesco Vormund
(Markus Ettinger) e l’israeliana Sabra (Ruth Bat Seraph), uniti dal loro
reciproco odio per tutto ciò che il nazismo rappresenta.
I gemelli Strucker, le menti dietro il terribile attentato, sono i
figli del Barone Strucker, leader indiscusso dell’Hydra e principale avversario di Nick Fury
e dello S.H.I.E.L.D..
Con tutta probabilità risentirete parlare di loro nelle serie di Carlo Monni.
Il Master Man
originale era una versione nazista di Capitan America (un volontario che fu
sottoposto ad una variante del siero del supersoldato) ma con poteri più vicini
a quelli di Superman. Quello apparso in questo racconto è il terzo ad
utilizzare questo nome e questi poteri, ed è una nostra creazione, qui alla sua
prima apparizione.
Questo episodio
serve per ricordare a tutti voi che i supereroi non sono solo americani e non
agiscono solo a New York: Vormund, Sabra, Union Jack, Peregrine, il Guardiano Rosso, Sole Ardente...
in tutto il mondo vi sono eroi che usano i propri poteri e le proprie abilità
per combattere il crimine difendere gli innocenti.
E la testata THE
OTHERS esiste proprio per raccontarvi le loro gesta! J
Carmelo & Mickey